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I Sassi del Montefeltro

I Sassi del Montefeltro

Nella nostra Regione ci sono luoghi quasi sempre visibili, sia per la loro posizione, sia perché emergono isolati. I Sassi Simone e Simoncello fanno parte di questi.

Il percorso

Il percorso proposto si avvia da Case Barboni, piccolissimo centro abitato al confine fra Marche e Toscana, raggiungibile in auto da Sestino. Dall’abitato, dove è possibile parcheggiare (P), indirizzatevi sulla destra: attraversate un terreno non coltivato e, dopo circa 300 metri, raggiungerete una centralina e un piccolo cancello, da cui si accede al sentiero, ben tracciato fino alla sommità del Sasso. Da qui si aprono scorci davvero straordinari: le argille con i loro colori dal grigio al verde, al viola, al rosso e con le molteplici forme dovute al ruscellamento delle acque e alla gravità, donano scenari unici e panorami di rara bellezza (Stop 1). Sulla sinistra si innalza il Sasso Simoncello mentre a destra possiamo osservare i magnifici calanchi impostati nelle argille varicolori. Il sentiero è abbastanza ben segnalato, attenzione tuttavia alla deviazione sulla destra per il Sasso Simone che scende in direzione del Fosso Ca di Giulio (appartenente al bacino del Torrente Semenico, che sfocia nel Foglia a Sestino), poco prima di entrare nel boschetto, mentre se proseguite diritti vi spingerete in direzione della sella che si trova fra il Simone e il Simoncello.

Il Sasso Simone si presenta in tutta la sua imponenza, ma la vasta colata di detriti proveniente dalla scarpata superiore (Fig. 4) esprime tutta la sua fragilità. L’itinerario termina sulla sommità del Sasso Simone (1204 m) a cui si accede risalendo l’antica stradina medievale. Dalla cima, oltre a intravedere i resti della Città del Sole, si può ammirare una discreta porzione del centro Italia, a cavallo fra le Marche, la Romagna e la Toscana.

L’intero itinerario (a/r) è di circa 5 km, la difficoltà è medio-bassa e il tempo di percorrenza di circa 2 ore e 30 minuti. Assolutamente da evitare i periodi del disgelo o dopo forti piogge perché le argille, imbevute d’acqua, rendono impraticabile il percorso.

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