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L'arco naturale di Fondarca

L'arco naturale di Fondarca

Nei pressi di Pieia, (Pianello di Cagli, PU) la natura assume forme incredibili; tra le più suggestive è Fondarca, un imponente ponte naturale alto più di 30 m e largo circa 15 m, residuo di una grande grotta crollata un luogo d’importanza storico-archeologica.

La geologia

L’arco naturale di Fondarca

città di roccia, percorsi endogeni, dissoluzione, crollo

Il versante sud occidentale del Massiccio del Monte Nerone, su cui è impostato il bacino del Torrente Giordano, presenta una morfologia particolare che lo differenzia dal tipico paesaggio dei rilievi circostanti (Fig. 1). Proprio in questo settore infatti l’assetto anticlinalico glossario della dorsale è interrotto dalla presenza di faglie che fanno affiorare estesamente la formazione giurassica del Calcare Massiccio, al nucleo della struttura.

Fig. 1 Panoramica sul versante sud occidentale del Monte Nerone

È noto che questa formazione è facilmente soggetta a fenomeni di dissoluzione chimica da parte delle acque; tutti i sistemi carsici più importanti della regione sono infatti impostati su di essa (per esempio Frasassi). Nell’intero versante, immerse nella fitta boscaglia, emergono forme carsiche relitte che nel loro complesso costruiscono una “città di roccia” di straordinaria bellezza (Fig. 2).

Fig. 2 – La “Città di roccia” del bacino del Giordano

Più a monte il paesaggio si fa meno aspro e si apre la conca di Pieia che rappresenta quello che resta di una "valle cieca" (Fig. 3), nella quale le acque superficiali si sono infiltrate nelle cavità sotterranee lasciando la valle a fondo concavo oggi priva del torrente che l’ha formata e riempita da detriti.

Fig. 3 – La valle cieca di Pieia

In questo paesaggio spiccano i pinnacoli isolati di Sasso della Rocca e Sasso del Re (Fig. 4), testimoni dell’antica morfologia. Li separa il Fosso del Breccione, che deve il suo nome alla grande quantità di detriti che trasporta e deposita in occasione di eventi meteorologici particolarmente intensi.

Fig. 4 Sasso della Rocca (a sinistra) e Sasso del Re (a destra)

Tutte queste forme facevano parte di un sistema carsico sotterraneo ormai smantellato dal lento processo di sollevamento della dorsale. L’idrografia superficiale scomparve probabilmente durante il Pleistocene superiore intraprendendo il percorso sotterraneo. La prova dello sviluppo di un complesso ipogeo ancora attivo è testimoniato dalla risorgente del Torrente Giordano che sgorga a sud est di Pieia.

I resti dei percorsi sotterranei sono stati successivamente rimodellati dall’erosione subaerea che ha fatto crollare le parti sommitali delle grotte, preservando solo le parti più resistenti che sono rimaste a testimonianza degli antichi percorsi. Una delle forme più suggestive è Fondarca, un imponente ponte naturale alto più di 30 m e largo circa 15 m, residuo di una grande grotta crollata (fig. 5). Il sito ha assunto un’importanza storico-archeologica, infatti sul fondo dell’antro sono stati ritrovati reperti preistorici, legati a riti religiosi, testimonianti una frequentazione dell’uomo fin dall’età del bronzo.

Fig. 5 – L’arco naturale di Fondarca

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