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La faglia del Monte Vettore

La faglia del Monte Vettore

Il bacino di Castelluccio di Norcia, tra Marche ed Umbria, è un’ampia depressione di rara suggestione.  E’ formato da tre piani chiusi, fra cui Il Pian Grande è quello più ampio e spettacolare.

La geologia

Cartina generale

Il Monte Vettore con i suoi 2476 m è il rilievo più alto della Regione Marche. Fa parte della catena dei Monti Sibillini che si estende per circa 30 km con disposizione nord-sud (Cartina generale e Fig. 1).

Fig. 1 – Visione aerea della catena dei Monti Sibillini e del Pian Grande (Conca di Castelluccio di Norcia) Google Earth Pro.

La catena verso ovest è bordata dal Pian Grande che, con i suoi 5 km di lunghezza e 2 km di larghezza, è il più ampio e spettacolare dei tre piani che costituiscono la Conca di Castelluccio di Norcia (Fig. 2).

Fig. 2 – Panoramica sul Pian Grande

Dal punto di vista geologico, la dorsale è costituita dai terreni della Successione Umbro-marchigiana di età giurassico-oligocenica mentre il riempimento della conca, stimato intorno ai 400-500 m, è costituito da depositi continentali quaternari.
Per comprendere la genesi di quest’area è necessario ricollegarsi alla formazione della catena appenninica, legata alla collisione fra le due grandi zolle Euroasiatica ed Africana. In maniera molto semplificata, il sistema a grandi pieghe, rovesciate verso l’adriatico, ha prodotto un fronte di
sovrascorrimento, compressivo, nella parte esterna (versante adriatico) e una zona principalmente distensiva nella parte più interna (versante tirrenico). Le piane intramontane umbro-marchigiane (Castelluccio, Montelago, etc..) si sono impostate nella parte interna distensiva, sempre dislocate in complessi sistemi di faglie e fratture.
A partire dalla parte finale del Pleistocene medio, le depressioni si sono riempite di materiale proveniente dai versanti: coni alluvionali coalescenti, coni detritici e detriti stratificati. La loro messa in posto è da attribuire alla morfogenesi glaciale e periglaciale come evidenziato dalla presenza di ampi circhi e nicchie nivali presenti nelle aree circostanti. La piatta superficie del Pian Grande è interessata da doline e inghiottitoi in cui si disperdono in profondità le acque superficiali.
Osservando dal Pian Grande il grande rilievo a est, anche agli occhi più inesperti non può sfuggire la grande cicatrice che taglia la montagna (Fig. 3) chiamata “il cordone del Vettore”, la faglia diretta che disloca il piano di sovrascorrimento dei Sibillini con un rigetto che supera i 200 m.

Fig. 3 – Il cordone del Vettore e, a destra, lo scoglio dell’Aquila

La si osserva con trepidazione in tutta la sua maestosità alla base dello scoglio dell’Aquila, costituito di Calcare Massiccio (Fig. 4). Altre faglie sono meno visibili, per esempio la enorme faglia bordiera alla base del monte che ha determinato la formazione della piana.

Fig. 4 – Faglia alla base dello scoglio dell’Aquila

Fig. 5 – Alcune fratture attivatesi in seguito al sisma del 2016

Tutto il versante è fortemente deformato da enormi frane, testimoniate da insaccamenti, trincee e da diverse contropendenze. Sono inoltre presenti piccole frane superficiali riattivate dal sisma e numerose fratture (Fig. 5).

 

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