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Le Lame Rosse

Le Lame Rosse

All’interno del piccolo bacino idrografico del Torrente Fiastrone si possono osservare Le Lame Rosse, morfologie uniche nella regione per la loro singolarità e bellezza. Un inaspettato e colorato monumento naturale degno di essere considerato e valorizzato come uno dei più importanti geositi marchigiani.

La geologia

Le Lame Rosse

detriti stratificati, pinnacoli, resistenza, cappello

 

Ci troviamo nel bacino del Torrente Fiastrone, affluente del Fiume Chienti, all’altezza del Lago di Fiastra (Fig. 1), un invaso artificiale ad uso idroelettrico, sbarrato da un'imponente diga. Poco a valle della diga, il Torrente Fiastrone riceve le acque da un piccolo corso d’acqua, il Fosso della Regina, impostato sulla dorsale di Monte Fiegni, un rilievo anticlinalico glossario dalla sommità piatta e arrotondata.

Fig. 1 – Lago di Fiastra

Proprio all’interno di questo piccolo bacino idrografico si possono osservare Le Lame Rosse (Fig. 2), morfologie uniche nella regione per la loro singolarità e bellezza. Un inaspettato e colorato monumento naturale degno di essere considerato e valorizzato come uno dei più importanti geositi marchigiani. Queste morfostrutture sono costituite da depositi legati al modellamento dei versanti calcarei e calcareo-marnosi chiamati “detriti stratificati” per la caratteristica stratificazione immergente verso valle che li contraddistingue. I detriti stratificati, in quanto importanti indicatori climatici, sono stati oggetto di studio sia nell'area umbro-marchigiana che nell'intera area mediterranea (v. bibliografia allegata a Nesci e Savelli, 1986). L’incisione del piccolo Fosso della Regina su questi depositi ha creato ripidi e profondi impluvi a forma dendritica (Fig. 3). Alla base di questi è presente un’estesa coltre detritica incoerente di formazione recente che va a costituire i cosiddetti “ghiaioni” derivanti dalla degradazione delle scarpate. Il colore rossastro di questi clasti suggerisce la loro provenienza dalla formazione della Scaglia Rossa che in quest’area affiora poco più a monte.

Fig. 2 – Le Lame Rosse

Per comprendere i meccanismi genetici di queste forme è necessario capire due fondamentali processi: il primo è quello che ha portato alla origine di detriti di così grande spessore, il secondo quello che ha permesso la loro incisione e creato tali morfologie. La genesi dei detriti stratificati va messa in relazione con i periodi freddi del Quaternario in ambienti periglaciali. L’azione di gelo/disgelo ha prodotto la degradazione e frammentazione delle rocce calcaree e calcareo marnose presenti nell’area, trasformandole in clasti. Questi sono stati poi trasportati per scivolamento su superfici nivali o per ruscellamento e dilavamento da parte di acqua di fusione dei manti nivali. I detriti trasportati si depositavano e stratificavano all’interno delle piccole valli, riempiendole. Per tali motivi li troviamo sulla Formazione della Maiolica, lontani dalla loro area sorgente. Il paesaggio subì quindi un livellamento dovuto all’erosione delle vette e al riempimento delle valli, creando una morfologia ondulata o piatta.

Fig. 3 – Visione aerea delle Lame Rosse

Successivamente, a causa delle mutate condizioni climatiche, il processo di deposizione di questi ingenti spessori detritici si interruppe e le acque cominciarono a smantellare e rimodellare le loro superfici attaccando i depositi periglaciali stratificati e riesumando in parte l’antica morfologia. Altri agenti, come il vento e la gravità, contribuirono a modellare ulteriormente queste strutture formando piramidi e pinnacoli. La caratteristica forma (Fig. 4a e 4b), comune ad altri noti esempi delle cosiddette “piramidi di terra” (famosissime quelle in Cappadocia, spettacolari in Italia quelle nell’altopiano del Renon) è dovuta alla presenza di una sorta di cappello più resistente, qui rappresentato da livelli superficiali, cementati dalle acque dilavanti, che “proteggono” i sottostanti livelli, più teneri, dall’erosione.

Oggi le Lame Rosse, pur mantenendo la loro singolare morfologia, si stanno evolvendo velocemente: in seguito all’ultimo sisma del 2016 molti torrioni sono crollati e le piramidi sottostanti si stanno velocemente sgretolando. Una piramide di terra è destinata infatti a scomparire rapidamente quando il cosiddetto “cappello” cade dall’apice della colonna: privo di protezione, il materiale sottostante rimane esposto e si riduce ad ogni precipitazione. Tuttavia, mentre scompare una piramide, dalla scarpata in arretramento facilmente se ne genera una nuova.

Fig. 4a – Caratteristici pinnacoli prodotti dall’erosione selettiva sui livelli più o meno resistenti

Fig. 4b – Caratteristici pinnacoli prodotti dall’erosione selettiva sui livelli più o meno resistenti

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